Pesca dalla barca
Il bolentino è una tecnica di pesca sportiva che viene praticata dalla barca a motore fermo ancorata o libera di spostarsi con le correnti (deriva o scarroccio), con la canna da pesca.…
Il bolentino è una tecnica di pesca sportiva che viene praticata dalla barca a motore fermo ancorata o libera di spostarsi con le correnti (deriva o scarroccio), con la canna da pesca.
Le canne maggiormente utilizzate hanno in media una lunghezza di 150 centimetri e sono dotate di mulinelli con bobine grandi. Alla lenza o al filo, detto “madre”, di solito di grande diametro (dallo 0,20 allo 0,100 ed oltre) mediante l’ausilio di apposite girelle, viene agganciato il terminale più sottile. Al termine della lenza viene assicurato un piombo di peso variabile a seconda della profondità di pesca, delle correnti, ecc. Il piombo può essere inserito sia prima della girella, in tal caso il terminale striscia sul fondo, che al termine della lenza, con uno o più terminali inseriti sulla madre che pescano a mezz’acqua. Di solito la lenza porta almeno due ami e fino a sei. Il terminale ha una lunghezza leggermente più corta della canna, circa l’80% della lunghezza della canna.
La La traina è una tecnica di pesca sportiva. La tecnica consiste nel navigare trainando, con l’utilizzo di apposite canne, degli artificiali o del pesce vivo.
Si distingue ulteriormente in traina costiera e traina d’altura (big game).
La traina con gli artificiali si applica ad una velocità dai 2 ai 9 nodi, mentre la traina con il pesce vivo a circa 0,5/1.2 nodi. Il pesce vivo o il cefalopode, preferibilmente pescato in giornata, viene conservato in apposite vasche, (chiamate vasche del vivo), installate sulle imbarcazioni, che garantiscono il perfetto stato fino all’innesto degli ami.
La preda più insidiata con questa tecnica è il tonno e tutti gli altri tunnidi, Alalunghe, Tombarelli, Aletterati; si possono inoltre avere altre ottime catture quali: Aguglie Imperiali, Spada, Lampughe, Alalunga. L’attrezzatura consiste nell’impiego di canne che variano dalle più “leggere”, 3/6 libbre fino alle 50/80 libbre, scelte in proporzione alla distanza dalla costa, alla profondità del fondo marino ed alla preda che si vuole insidiare.
L’utilizzo di esca viva, principalmente la seppia, il calamaro, l’aguglia e le occhiate o il cefalo si applica innescando su due ami il pesce-esca, un amo trainante e uno “pescante”. L’amo di coda (pescante), può essere fermato con un elastico, è più semplice, rapido e meno traumatizzante.
La traina di profondità si pratica utilizzando:
Gli artificiali:
Il metodo più efficace consiste nell’inscenare una “caccia” ovvero porre ad una distanza ravvicinata dallo specchio di poppa l’artificiale più piccolo, e a distanze maggiori artificiali più grandi. Le probabilità di cattura aumentano navigando seguendo il moto ondoso, la corrente marina e variando il numero di giri del motore (simulando il motore diesel di un peschereccio). La presenza di gabbiani spesso e volentieri indica la presenza di “mangianza” e quindi di pelangici in superficie, in queste circostanze è opportuno trainare nelle immediate vicinanze e non all’interno del centro della “danza”.
La traina costiera viene generalmente praticata nel periodo di primavera – estate – inizio autunno, momento in cui, grazie al surriscaldamento delle acque, i pesci tenderanno a spostarsi sotto costa per deporre le uova, cercare cibo, migrare o semplicemente cacciare. Le prede per chi pratica questo tipo di pesca sono molto varie e le attrezzature da usare abbastanza economiche. Questo rende la traina costiera un momento fondamentale per chi voglia avvicinarsi alla traina d’altura o più in generale alla traina col vivo.
Le prede più comuni sono:
L’attrezzatura (intesa come canne e mulinelli) è molto varia, a seconda della zona in cui si pescherà, delle prede che si andranno a insidiare, o più in generale dall’esperienza personale e dalla conoscenza delle zone di pesca. In traina costiera è possibile imbattersi infatti tanto in prede piccole e poco combattive quanto in prede tenaci, come ad esempio il serra. Le canne non saranno in ogni caso mai troppo “pesanti”, capaci cioè di sollevare molte libbre di peso, andranno in media da un minimo di 8 libbre ad un massimo di 30 libbre. I mulinelli (si preferiscono in generale quelli con frizione a tamburo) saranno, quindi, proporzionati al libbraggio delle canne, e così anche lo spessore del nylon usato per la lenza madre e quello per i terminali (fondamentali in questo tipo di pesca).